Il coaching può essere strumento di educazione di genere?

Il coaching è una metodologia di sviluppo del potenziale della persona nel raggiungimento di uno specifico obiettivo personale, professionale o sportivo. Abbiamo avuto la possibilità di confrontarci con Andrea Giri (Mental Coach) che durante il suo percorso lavorativo ha spesso incontrato e seguito donne che, con il tempo e fiducia, hanno fatto emergere grandi traumi legati alla violenza. Riscontrando dipendenza psicologica, violenza nell’ambito del nucleo familiare, incapacità di comunicare, sensazione profonda di vergogna e di colpevolizzazione.


L’intervista, condotta da Laura Lombardi, ha fatto emergere che l’esperienza lavorativa di Andrea, molto diversa dall’attività dell’associazione, ha delle cognizioni condivise sotto vari punti di vista. Come ad esempio l’importanza dell’ascolto attivo e del processo di autodeterminazione della donna vittima di violenza, oppure della difficoltà delle donne a superare la paura del giudizio o la paura di tirar fuori tutto solo per proteggere i propri figli.


Ecco qualche clip dell’intervista
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Come emerge dal resto dell’intervista Andrea sottolinea spesso l’importanza dell’ascolto attivo. Sostiene che è fondamentale partire anche dai bambini, dai più piccoli. “L’ascolto attivo può fare di un errore un punto di partenza, può generare speranze dove tutto sembra immobile e immutabile, può aiutare anche chi non vede più alcuna via da percorrere”.

L’intervista è stata occasione per raccogliere spunti di riflessione e di discussione rispetto al coaching come strumento di educazione di genere. Partire da sé stesse per cominciare ad acquisire consapevolezza del proprio valore e delle proprie esigenze è un primo passo per una trasformazione personale e sociale.