Il giorno che mi ha cambiato la vita

Continuo a leggere la traccia da almeno cinque minuti e sento che c’è qualcosa che non torna… “Il giorno che mi ha cambiato la vita”… credo di aver capito cos’è che mi “suona” strano… è il verbo che è sbagliato, quindi per poter andare coerenti mi prendo la licenza di modificarlo. Ho deciso di trasformarlo da “cambiato” a “rovinato”. Ecco, ora, suona meglio!

“Il giorno che mi ha rovinato la vita” era il 4-4-2004 avevo 24 anni, decisamente troppi quattro, ero in Repubblica Ceca, non vivevo lì, ma eravamo partiti da Taranto con il treno… eravamo noi: F.A.K. Formika, Alessandra e Kristinxa, una famiglia un po’ sui generis a dirla tutta, ma senza dubbio una famiglia che non aveva altro obiettivo al mondo se quello di vivere l’uno per l’altra ed entrambi per Kri.

Arrivammo con il treno in CZ, dicevo, Formika era di là, era la fine di febbraio 2004 e c’era la neve. Dovevamo comprare “casa”, avevamo mille euro per farlo… il nostro primo furgone, che avremmo camperizzato un po’ alla volta. Eravamo emozionatissimi e felici. Dopo meno di sei ore Formika partì per una città più a nord di dove eravamo “appoggiati” e qualche ora dopo (beh, in realtà circa otto ore dopo) ritornò alla guida di Karel aviatic turbo, così chiamammo il nostro fantastico furgone. Ce l’avevamo fatta, avevamo finalmente casa!! Era tutto rosso, altissimo e massiccio, finalmente avremmo potuto andare in giro comodi noi tre e i nostri tre cani che avevamo lasciato in Italia da alcuni amici. Decidemmo, allora, di provarlo e preso da un attacco nostalgico Formika decide di portarci nella sua città natale per mostrarci i luoghi della sua infanzia.

Tutto molto bello, direte voi. Effettivamente lo è stato fino a quando non siamo arrivati a Pardubice, la città di Formi… lì dopo poco incominciarono a farsi vivi i vecchi amici di mio marito, “amici” con i quali in una vita precedente aveva condiviso “passioni” che lo avevano portato in più occasioni  ad essere arretato. Parbudice è la città più industrializzata, piena di droga! La differenza tra Pardubice e Londra sta nel fatto che mentre a Londra le sostanze vengono importate, a Parbudice se le fabbricano. Una casa su tre è un laboratorio di metanfetamina. Superfluo dire che Formika conosceva tutti gli “chef” della città. Era assurdo, dopo le 19 quando eravamo tranquilli nella nostra casetta mobile, arriva qualcuno a bussare alla porta per fare “assaggiare” ciò che aveva appena cucinato.

Formika per un paio di settimane ha provato a fare il bravo, ma poi…lo sentivo insofferente, non volevo che scappasse via da me per, magari, morire su qualche marciapiede. Così cercai un compromesso. Ammetto che guardato oggidopo 16 anni e da una cella per giunta, forse, non fu proprio una genialata…all’epoca sembrava lo fosse, però… gli proposi di condividere con me quest cosa a patto di essere sinceri sempre l’uno con l’altra, del resto noi ci amavamo e l’amore vince su tutto, no?

Beh, così facemmo. Era il 4-4-2004, avevo 24 anni, nostra figlia 8 mesi ed io per la prima volta infilai un ago nel mio braccio. Fu lui a farlo per me, io non ne ero capace all’epoca. Che dire? Fu fantastico, era una bellissima giornata di sole, eravamo chiusi nel furgone davanti ad un grosso supermercato, quando mi “fece” urlai: <<Dio mio, voglio vivere così per sempre!>>. Ma Dio non c’entrava niente.

Aprii lo sportello del furgone di scatto, un benessere mai provato. Sembrava che ogni singola cellula del mio corpo vibrasse di gioia. La luce che entrò era così meravigliosamente forte e la mia testa funzionava a diecimila, avevo voglia di cantare.

Formika mi dovette recuperare al volo per evitare che uscissi di corsa cantando e urlando dal piacere, perché chiunque vedendomi così, avrebbe capito che ero strafatta, chiunque in quella città…tranne me ovviamente!

Da quel giorno nulla fu più come prima. Tornati in Italia iniziammo a farci la cocaina e ciò ha lentamente ma inesorabilmente distrutto tutto quello che c’era di buono. Io che per anni ero stata bene o male un freno, mi resi conto che sconvolgermi mi piaceva molto di più di quanto mi importasse che lui stesse bene.

Formika iniziò a sviluppare paranoie ossessive e manie di persecuzione ed io che avevo iniziato a farmi per evitare che gli succedesse qualcosa, quando avrei potuto prendere la palla al balzo ed eliminare questa cosa dalla nostra vita, iniziai a maturare il pensiero che non sarebbe stato giusto rinunciare a ciò che mi piaceva tanto perché lui non la reggeva più. Iniziai a farmi di nascosto anche da lui e malgrado per qualche anno ancora provammo a sorreggerci a vicenda…F.A.K. stava per finire!

All’epoca mischiavo la cocaina all’eroina e la mia discesa nell’abisso tenebroso era sempre più rapido. La famiglia si disgregò nell’estate del 2009.

Dopo la morte di mia madre, dimenticai di essere mamma a mia volta e tornai a sentirmi figlia…prfana..non ci capii più niente e lascia Formika.

Di F.A.K. è rimasto solo un tatuaggio sul mio avambraccio. Ho distrutto quel giorno, il 4-4-2004 in un colpo solo tre vite! Formika è morto un paio di anni fa con una pera di coca e Kristinka che ora ha 16 anni non ha più un papà e la sua mamma risiede in carcere.

Beh che dire? Se cercavate l’happy end, non era la favola giusta. Ma in fondo certe storie nascono con la fine già scritta dall’inizio.

A.C.